ESAME DELLE URINE (newsletter n°1/2018)

ARTICOLI SCIENTIFICI

L’esame delle urine è fondamentale per il corretto inquadramento di un paziente affetto da malattia renale o sospetto nefropatico. Sia nel cane che nel gatto, l’esame delle urine andrebbe sempre associato agli esami ematobiochimici nei pazienti affetti da PU/PD per escludere (o confermare) la presenza di patologie extra-renali. Nella specie canina, la ricerca di proteinuria si rivela poi vero e proprio test di screening e arma di diagnosi precoce nell’area del Mediterraneo, dove la presenza di patologie trasmesse da vettori (per es. leishmaniosi) è causa di danno renale. Tre sono le metodiche attuabili nella pratica clinica per la raccolta delle urine, sia nel cane che nel gatto: vediamo quali sono e qual è quella di scelta in base al sospetto diagnostico, ed in che maniera la raccolta può influenzare il risultato dell’esame.

Raccolta per Minzione Spontanea – La minzione spontanea è una tecnica di raccolta delle urine non invasiva e non cruenta. Nel gatto, questa tecnica di raccolta è da preferire alla compressione vescicale, che può determinare alcune alterazioni dei rilievi (ad esempio, la presenza di globuli rossi conseguente alla rottura di piccoli capillari della parete vescicale). L’eventuale identificazione di batteri all’esame del sedimento urinario potrebbe essere determinata dal passaggio dell’urina attraverso l’uretra sia nel maschio che nella femmina e in vagina nella femmina; sarà l’interpretazione complessiva dell’esame e del quadro clinico del paziente a permettere di considerare correttamente l’eventuale necessità di un esame colturale. Per quanto riguarda la determinazione della proteinuria tramite rapporto Proteine Urinarie/Creatinina Urinaria (PU/CU), un risultato negativo potrà essere sempre considerato attendibile e certamente negativo; in caso di valori di PU/CU nel range patologico, sarà importante verificare che il sedimento urinario sullo stesso campione sia inattivo (escludendo processi infiammatori/infettivi sottostanti). In caso di sedimento attivo, al fine di accertare o escludere la presenza di proteinuria, sarà consigliabile ripetere il campionamento mediante cistocentesi.

Raccolta per Cateterismo – Questa metodica di raccolta non è facilmente attuabile, in modo particolare nella cagna e nella gatta. Nei maschi, sia di specie canina che felina, l’inserimento del catetere può risultare fastidioso ed è frequente dover ricorrere a sedazione, in modo particolare nel gatto. Questa procedura può determinare il falso rilievo di un sedimento urinario attivo, a causa di batteri e cellule che possono essere raccolti dal catetere durante il suo tragitto in uretra e nel momento in cui questo venga in contatto con gli organi genitali. Per quanto riguarda la determinazione della proteinuria, valgono le considerazioni fatte per la raccolta per minzione spontanea. Può essere metodica di estrema utilità nel caso di pazienti con diagnosi (certa o di sospetto) di carcinoma vescicale. Il cateterismo vescicale, per il potenziale rischio di infezioni iatrogene delle vie urinarie, deve essere sempre attuato con catetere urinario sterile e previa adeguata preparazione del paziente.

Raccolta per Cistocentesi – Con questa tecnica di raccolta, il risultato dell’esame urine non viene influenzato da batteri e cellule derivanti dal tratto uretrale o genitale, pertanto è la metodica preferita se vogliamo diagnosticare o escludere un’infezione o un’infiammazione del distretto vescicale oppure delle alte vie urinarie (ureteri e pelvi renale). Può sovrastimare la presenza di globuli rossi nel campione, determinata da minimo sanguinamento che può verificarsi nella fase di inserzione dell’ago. Deve essere considerata la metodica di campionamento elettiva per l’esame del sedimento urinario finalizzato alla ricerca di batteri (e conseguente esame colturale) e allo studio della cellularità di origine vescicale, ureterale e dalla pelvi renale. Per la determinazione della proteinuria, un eventuale risultato positivo è da considerarsi attendibile in caso di sedimento inattivo. Non dovrebbe essere utilizzata come metodica di campionamento in pazienti con carcinoma vescicale sospetto o già diagnosticato.

In conclusione, è importante ricordare che:

  1. La minzione spontanea è una valida metodica di raccolta delle urine ed ogni risultato negativo o nei ranges di normalità è da considerare reale; eventuali risultati "patologici", prima di impostare terapie, dovrebbero essere confermati ripetendo l’esame delle urine su un campione raccolto con altra tecnica (ad esempio cistocentesi);
  2. Il cateterismo è una metodica di campionamento delle urine che può essere attuata in poche e selezionate situazioni;
  3. La cistocentesi è la metodica ambulatoriale di elezione per confermare o escludere infezioni ed infiammazioni della vescica, degli ureteri e delle pelvi renali.

Vale, infine, la pena di sottolineare come anche la metodica di conservazione del campione ed il tempo di conferimento dello stesso al laboratorio siano importanti al fine di una corretta diagnosi. I campioni di urina, anche nel caso di raccolta per minzione spontanea, devono essere sempre conservati in provetta dedicata, contenente additivo, come quelle fornite dal laboratorio, al fine di ottenere una corretta identificazione dei cristalli e delle cellule eventualmente presenti; per la determinazione della proteinuria, la conservazione del campione a temperature di refrigerazione permette di ottenere un risultato attendibile anche in caso di esecuzione non immediata dell’esame. I campioni di urine destinati all’esame colturale, possono anche non essere conferiti immediatamente dopo il prelievo se conservati in provetta additivata e mantenuti a temperatura di refrigerazione.

 

  testo a cura di: Andrea Zatelli e Paola D'Ippolito

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